La Malattia di di Parkinson, le cui cause esatte non sono ancora note, coinvolge aree profonde del cervello, che vengono alterate lentamente lungo tutto il corso della malattia.
La sindrome intacca molte funzioni del corpo umano, che viene alterato nel suo normale equilibrio da disturbi non solo motori, ma anche cardiovascolari, urinari, sessuali, dell’olfatto, del sonno, del comportamento e della psiche, da disturbi cognitivi, e ancora da stati di ansia, insonnia e depressione.
Le ricadute compromettono la vita di una persona a livello fisico, mentale ed emotivo, potendo avere ricadute sulla autonomia e l’indipendenza.
In un quadro clinico complesso quale è quello del malato con Malattia di Parkinson, l’intervento medico non si può limitare ad un unico settore, ma deve abbracciare più aree e curare i molteplici problemi causati dalla malattia.
Il Centro Luni Care, grazie alla presenza in sede di specialisti di differenti discipline, fornisce una consulenza a trecentossesanta gradi per un efficace contrasto della malattia. L’analisi e la cura della sindrome vengono fatte in modo personale, a seconda delle necessità del singolo paziente, e vengono prese in considerazione tutte le aree di intervento, in un percorso di sostegno che comprende non solo la terapia farmacologica, ma anche la fisioterapia, la dieta, la psicoterapia, un personal trainer, servizi infermieristici.
L’approccio di Luni Care è quello di creare uno schema terapeutico interdisciplinare che affronti i problemi effettivi della persona, seguendo in tempo reale l’evoluzione della malattia sia in sede che a domicilio.
I parenti vengono costantemente aggiornati e coinvolti nel percorso, per una gestione della sindrome allargata anche al suo intorno sociale, naturalmente coinvolto dalla malattia del proprio caro.
La Malattia di Parkison è un disordine ad elevato impatto psicologico. A causa di questa malattia il proprio corpo si trasforma, sopraggiungono innumerevoli sintomi fisici e ci si muove verso una progressiva invalidità. Tutto questo ha un forte impatto principalmente sul tono dell’umore; la depressione in questa malattia è molto comune, accomapagnata da sintomi ansiosi (attacchi di panico, disturbi fobici, sintomi ossessivo compulsivi…) e sempre più frequentemente da disturbi nel controllo degli impulsi (gioco d’azzardo, ipersessualità, fumo compulsivo…).
Il lavoro con la psicologa ha come obiettivo principale l’accettazione della situazione. La comparsa di nuovi sintomi infatti rompe gli equilibri faticosamente raggiunti e rende necessario un nuovo e continuo processo di accettazione.
Accanto al lavoro con la persona malata è previsto un percorso familiare, in quanto la presenza di questa malattia rappresenta un momento di crisi profonda per la famiglia stessa. L’andamento cronico e continuo della malattia comporta infatti continui cambiamenti di ruolo e di dinamiche familiari, che possono portare l’intero nucleo familiare a un ciclo di depressione e disperazione.
Nella Malattia di Parkinson la fisioterapia si affianca alla terapia farmacologica sin dall’inizio con lo scopo di contrastare alcuni sintomi della malattia e di prevenire i danni secondari. Più precocemente inizierà il piano di trattamento e più saranno i benefici per il paziente.
Se definiamo la malattia come una “sregolazione” del movimento la riabilitazione diventa un costante e sistematico “riallenamento” al movimento, con il quale cerchiamo di contrastare la lentezza, la scarsa fluidità e la mancanza di coordinazione del paziente parkinsoniano, utilizzando la ripetizione di un programma di esercizi finalizzato al raggiungimento dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana.
La rigidità ed il rallentamento motorio comportano modificazioni della postura, della deambulazione e dell’equilibrio in generale, il fisioterapista, attraverso esercizi specifici di allungamento e mobilizzazione, esercizi funzionali, di equilibrio e coordinazione mira ad insegnare al paziente parkinsoniano nuove strategie per superare le difficoltà date dalla patologia.
La fisioterapista Ridolfi Roberta propone una valutazione dell’autonomia e delle difficoltà motorie del paziente pakinsoniano con l’obiettivo di stilare un piano di trattamento individuale volto a migliorare la vita ed il quotidiano del paziente.
Oggi sono in uso alcuni farmaci ma è fondamentale sapere che la loro efficacia spesso dipende dai cibi ingeriti in concomitanza che possono ridurre o interferire con il loro assorbimento e dunque ridurre la loro funzionalità. I farmaci, per essere assorbiti e quindi risultare efficaci, devono passare dal tratto gastrointestinale al circolo sanguigno per essere trasportati al distretto di interesse, in questo caso il cervello. Ovviamente tutti i cibi che posso interferire con il loro assorbimento come alimenti ricchi di fibre e proteine possono compromettere la loro efficacia riducendo la quantità di farmaco disponibile.
Una strategia efficace potrebbe essere ad esempio quella di assumere i farmaci almeno a 30/40 minuti prima del pasto oppure seguire una dieta ricca di carboidrati durante la giornata e prediligere invece le proteine la sera. In questo modo viene garantita la massima efficacia del farmaco durante il giorno in cui la necessità di funzionamento ottimale è fondamentale e viene consentita anche l’assunzione della quantità necessaria di proteine che non possono essere eliminate parzialmente o completamente dalla dieta essendo i mattoni del tessuto muscolare di ogni individuo.
Anche l’assunzione di una quantità corretta di vitamine è fondamentale per il miglioramento e l’ottimizzazione delle condizioni di vita del paziente; allo stesso modo un’assunzione eccessiva di vitamine e minerali potrebbe interferire con il funzionamento dei farmaci assunti.
Risulta dunque evidente che seguire una dieta bilanciata ed equilibrata unita allo studio delle modalità e delle tempistiche ottimali di assunzione di farmaci ed alimenti assieme al paziente è fondamentale per la cura di questo disturbo.
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